Le infezioni dopo un intervento al cuore colpiscono maggiormente la ferita chirurgica (sterno, gamba, braccio). Per lo più si tratta di infezioni leggere e superficiali. Appaiono nella misura del 2-3% dei casi e vengono trattate con gli usuali provvedimenti chirurgici (eventuale riapertura della ferita per una pulizia accurata con posa di un piccolo drenaggio) in combinazione con la somministrazione sistemica di antibiotici. Queste infezioni potrebbero prolungare la degenza in ospedale di qualche giorno e richiedere poi visite ambulatoriali regolari per un certo lasso di tempo. Non si tratta comunque di infezioni pericolose.
Ci sono però anche infezioni più difficili, che coinvolgono i tessuti profondi. Le conseguenze maggiori si verificano quando l’infezione colpisce la ferita della gabbia toracica e da lì si propaga allo sterno. In questi casi (che sono molto rari e riguardano meno dell’1% dei pazienti) la terapia è chirurgica in narcosi, e comporta un lungo trattamento.
Al Cardiocentro sono in corso diversi protocolli, e alcuni di questi anche molto innovativi, per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico. C’è un gruppo interdisciplinare che sorveglia e gestisce i protocolli e la loro osservanza all’interno del Cardiocentro e lavora in stretta collaborazione con il Servizio Qualità e con l’agenzia federale Swissnoso.
Quanto frequenti sono le infezioni dopo un intervento al cuore? Come si trattano?
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Quanto frequenti sono le infezioni dopo un intervento al cuore? Come si trattano?
Publicato il 18.06.2018
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