A partire dal primo giugno, l’organico dell’area clinica del Cardiocentro si arricchisce di una nuova figura apicale che assume il ruolo e la responsabilità di vice primario del servizio di cardiologia. L’acquisizione di una personalità di riconosciuto prestigio internazionale come il Prof. Valgimigli assume, in questa fase di transizione e di integrazione del Cardiocentro nel contesto della sanità pubblica ticinese, un preciso significato di continuità. Restano infatti immutate l’impronta, la volontà di eccellere, lo sforzo continuo di assicurare le migliori cure al paziente: qualità e valori che il Prof. Moccetti ha trasmesso al Cardiocentro, che da sempre ne caratterizzano l’attività quotidiana e che ne hanno determinato in questi anni l’affermazione nel contesto della cardiologia nazionale e internazionale.
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Professore associato di Cardiologia presso l’Inselspital Universitätsspital di Berna, Marco Valgimigli è ha conseguito la laurea in medicina presso l’Università di Bologna, dove ha completato la sua formazione in medicina interna per poi specializzarsi in cardiologia all’Università di Ferrara e quindi ottenere un dottorato in cardiologia interventistica presso l’Erasmus Medical Center di Rotterdam.
Le aree di ricerca del Prof. Valgimigli sono ampie e diversificate, spaziando dagli interventi percutanei ad alto rischio alle procedure interventistiche per la cura dell’ischemia miocardica; dal trattamento dell’infarto miocardico e dell’insufficienza cardiaca con terapie di medicina rigenerativa a base di cellule staminali adulte alla terapia antitrombotica associata alle procedure percutanee, alla stratificazione prognostica durante sindrome coronarica acuta e infarto miocardico.
Coordinatore e membro del comitato esecutivo di numerosi studi clinici internazionali e membro della European Society of Cardiology, il Prof. Valgimigli è autore di oltre 500 pubblicazioni su riviste peer-reviewed, tra cui l’European Heart Journal, l’American Heart Journal, Circulation, The Lancet, il Journal of the American Medical Association, e il New England Journal of Medicine.