Com’è noto, al momento della sua costituzione – 22 dicembre 1995 – si stabilì per la Fondazione Cardiocentro Ticino una durata di 25 anni, al termine dei quali la sua struttura diverrà di proprietà pubblica sotto la gestione dell’Ente Ospedaliero Cantonale. Il passaggio di consegne è dunque fissato dalla legge al termine del 2020, e questa scadenza pone all’ordine del giorno la preoccupazione di definire per il Cardiocentro un nuovo assetto, compatibile con quanto previsto dall’atto costitutivo della Fondazione e allo stesso tempo rispettoso di un modello gestionale che ha dato prova di assicurare elevati standard di qualità ed efficienza.
La notizia – “una di quelle destinate a destar clamore”, come l’ha definita il “Quotidiano” della RSI, che le ha dedicato un servizio nella trasmissione del 6 dicembre – è che dopo mesi di discussioni e trattative, una commissione tecnica nominata ad hoc e composta da primari dell’Ente ospedaliero e del Cardiocentro, coordinati dal professor Raffaele Rosso – direttore sanitario, primario e capo dipartimento di Chirurgia dell’Ospedale Regionale di Lugano – si è espressa all’unanimità a favore di una soluzione che salvaguardi l’autonomia medica e gestionale del Cardiocentro.
Salvaguardia e valorizzazione del “brand” Cardiocentro e allargamento delle sue competenze a tutto l’ambito cardiotoracico completano le raccomandazioni che la commissione rivolge al CdA dell’EOC e alla politica, cui spetta la responsabilità decisionale. Un parere tecnico, quello della commissione, ma – conclude il Quotidiano – “ben difficilmente il mondo politico potrà non tenerne conto”.
“Il Cardiocentro dovrà mantenere un’indipendenza sia medica che gestionale”