Assegnato a Prof. Lucio Barile un Finanziamento per uno Studio Innovativo sulla Cardiomiopatia Aritmogena
Il Fondo Nazionale Svizzero ha assegnato un prestigioso finanziamento di ricerca al Prof. Lucio Barile dell’Istituto Cardiocentro Ticino, Ente Ospedaliero Cantonale, per un ambizioso progetto di ricerca bilaterale in collaborazione con un gruppo guidato dalla Dott.ssa Marzia De Bortoli presso l’Istituto Eurac Research di Bolzano. Il progetto mira a sviluppare nuove strategie terapeutiche per la Cardiomiopatia Aritmogena (ACM), una rara ma grave condizione cardiaca.
L’ACM è caratterizzata dalla sostituzione progressiva del tessuto cardiaco sano con materiale fibroso e adiposo, aumentando il rischio di gravi aritmie, insufficienza cardiaca e morte cardiaca improvvisa. Questo disturbo ereditario è spesso causato da mutazioni genetiche che colpiscono le proteine che connettono le cellule muscolari del cuore, in particolare le proteine del desmosoma come la desmoplachina . Una specifica mutazione nella desmoplachina può compromettere gravemente la funzione cardiaca, soprattutto nel ventricolo sinistro, rendendo i pazienti più inclini a pericolose aritmie e danni al cuore. La ridotta produzione di desmoplachina porta a livelli inferiori della proteina e a un peggioramento dei sintomi dell’ACM.
Utilizzando strumenti molecolari all’avanguardia, il team di ricerca punta a ripristinare la produzione di questa specifica proteina, con la possibilità di invertire i danni causati dall’ACM nelle cellule cardiache colpite.
Il progetto integrerà tecnologie avanzate, tra cui cellule staminali pluripotenti indotte derivate da pazienti con ACM e tessuti cardiaci ingegnerizzati, per studiare la malattia sia a livello cellulare che tissutale. Passando dall’analisi di singole cellule a modelli cardiaci 3D, il team spera di sviluppare nuovi approcci terapeutici.
In collaborazione con l’Università di Padova (Italia) e l’Università di Gand (Belgio), il team del Prof. Barile esplorerà anche l’uso di vescicole extracellulari per consegnare terapie direttamente nei modelli cellulari umani 3D, con il potenziale di offrire una svolta nel trattamento di questa devastante condizione.